L'eredità di Villa Freiberg

Dopo I bambini di Svevia, Romina Casagrande torna con un romanzo potente che fa riaffiorare uno degli orrori del secondo conflitto mondiale: le cliniche in cui venivano rinchiusi e torturati coloro che per qualsiasi ragione erano considerati diversi. Perché la tragedia non si ripeta non si deve dimenticare. E perché tutti possano ricordare, la letteratura dà voce a chi una voce non l’ha avuta.

Emma si ricorda bene di Villa Freiberg, il luogo dove lei e il fratellino Benjamin, così taciturno e solitario, si erano rifugiati dopo la morte del padre al fronte. La vita della piccola Emma venne sconvolta dopo l'improvvisa scomparsa di Benjamin, rapito insieme a tante altre persone come lui considerate "diverse" dal regime nazista. Dopo tanti anni Emma ritrova qualcosa che potrebbe far luce sul destino di Benjamin ma la decisione di riaprire lo scrigno dei ricordi nascosti nella sua anima comporta il dover affrontare il dolore delle scelte e degli errori commessi. Perché forse non è troppo tardi per tenere fede alla promessa di prendersi cura e proteggere quel fratello troppo indifeso.